Un semplice metodo che è possibile adottare per ricostruire la direzione di un
fotone consiste nel considerare i depositi di carica misurati solo sui primi due
piani di interazione (da qui il nome del metodo).
Come primo passo occorre selezionare gli eventi che presentano per ogni proiezione
non più di un deposito di energia sul primo piano e non più di due sul secondo
piano.
Le direzioni iniziali degli elettroni su una vista sono ottenute semplicemente
come la congiungente delle misure sui piani.
Infine l'associazione tra le proiezioni x e y delle tracce è fatta
arbitrariamente.
Il pregio di questo metodo, oltre alla sua semplicità, sta ne fatto che,
utilizzando solo i primi due piani, è possibile ignorare l'effetto dello
scattering multiplo. I difetti principali sono la bassa efficienza (soprattutto
per le basse energie) e la limitata risoluzione intrinseca non trascurabile per alte
energie. Nonostante ciò questo metodo permette di ottenere delle buone prestazioni
(se confrontate in tyermini di risoluzione angolare, per esempio, con quelle di EGRET) grazie
soprattutto alla notevole
risoluzione spaziale del tracciatore di AGILE.
Si è deciso di confrontare i risultati ottenuti con il Kalman filter con quelli
relativi al metodo a due piani per dimostrare quanto un metodo che sappia sfruttare
adeguatamente le informazioni provenienti da più piani possa ottimizzare
le prestazioni dello strumento.
Una prima differenza tra i due metodi sta nell'efficienza, infatti ogni metodo
che sfrutti solo due piani
può trattare solo un sottoinsieme di eventi che abbiano una particolare
configurazione (un solo deposito
sul primo piano e non più di due sul secondo). L'efficienza
del 2PR è riportata in tabella 2.1.
Per rendere omogeneo il confronto sulla risoluzione angolare si è deciso quindi di usare per
entrambi i metodi lo stesso
sottoinsieme di eventi. Per visualizzare la precisione con la quale i due metodi ricostruiscono
le direzioni dei fotoni analizzati, sono riportate in seguito le curve che
mostrano la percentuale di direzioni ricostruite entro una data separazione angolare dalla direzione vera,
in funzione di questa separazione. Questa curva è nota con il nome di
Point Spread Function o PSF, la separazione per la quale la PSF
assume il valore 0.68 corrisponde al raggio di contenimento del 68%.
Come è già stato detto il processo di
filtering-smoothing è in grado di produrre un fit sfruttando tutte le
informazioni (cioè le misure) presenti. L'influenza che queste misure hanno
nella determinazione dello stato del sistema su un dato piano è
inversamente proporzionale all'ampiezza dello scattering multiplo (vedi
paragrafo 2.4.3).
Per questo motivo i fit ottenuti per eventi a basse energie
(e quindi più affetti da S.M.) sono solo di poco migliori di quelli ottenuti
sfruttando solo
i primi due piani colpiti. I risultati mostrati in figura 2.6 sono
relativi agli eventi
e
.
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