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SAS-2 e COS-B

La prima fu il satellite americano SAS-2 [Fichtel et al., 1975] lanciato nel 1972 che operò per soli otto mesi, ma fu in grado di evidenziare l'emissione diffusa del piano galattico, e di individuare due sorgenti localizzate, le pulsar Crab e Vela. Lo strumento principale era una camera a scintille (vedi fig. [*]) capace di rivelare la direzioni dei fotoni con energia maggiore di 20 MeV studiando la coppia elettrone/positrone da essi prodotta.

Figure: Schema dello strumento a bordo di SAS-2.
\begin{figure}
\epsfysize =6cm
\epsfxsize =10cm
{\centerline{\epsfbox{fig-gamma/sas2_spark_diag.ps}}}
\end{figure}

La camera era circondata da una cupola di scintillatori con il compito di funzionare da anticoincidenza, segnalando il passaggio di particelle cariche. La tecnica di rivelazione dei gamma e la struttura della sonda è stata ripresa dalle missioni successive.
Nel 1975 fu lanciato COS-B per conto dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), funzionò per un periodo molto piú lungo rispetto a quello previsto, terminando la sua missione nel 1982 [Bignami et al., 1975]. La struttura di COS-B era simile a quella di SAS-2, ma, in aggiunta, era dotato di un calorimetro che permise di misurare l'energia dei fotoni gamma con una precisione del 40%. Grazie a questo satellite, si poté creare il primo catalogo di sorgenti gamma, comprendente piú di 20 oggetti. Tra questi si trova la prima sorgente gamma extragalattica, il quasar 3C 273 e la prima sorgente identificata con una nube molecolare, rho Oph. Inoltre COS-B ha prodotto ad una dettagliata mappa della Galassia che mostra l'emissione del disco e la struttura dei bracci a spirale.

Figure: La Galassia vista da COS-B.
\begin{figure}
\epsfxsize =14.5cm
{\centerline{\epsfbox{fig-gamma/cosb_gala.ps}}}
\end{figure}


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Andrea Giuliani 2003-10-14