Il risveglio di V404 Cygni

Era il 1989, un anno assai importante per l'astronomia, il Voyager 2 aveva visitato Nettuno, i russi avevano completato la stazione MIR, mentre il mondo si stava preparando alla fine della guerra fredda. Tra le tante missioni però c'erano alcuni telescopi orbitali assai importanti ma poco noti al grande pubblico, uno di questi era il telescopio a raggi X Ginga della JAXA, l'agenzia spaziale giapponese, altri strumenti erano dei rivelatori X a bordo della stazione MIR.

Missioni X con una politica di disseminazione dei dati ben diversa da quella attuale, grazie alla quale sia Fermi che Swift si avvalgono di app per smartphone che mettono in comunicazione istantanea il grande pubblico con le scoperte effettuate da questi satelliti.

Ebbene nel 1989 il poco conosciuto Ginga rileva una nuova sorgente X in cielo, subito battezzata GS 2023+338, anche i rivelatori della MIR confermano la sorgente, ma la strumentazione rudimentale e lo scarso numero di astrofisici che si occupano di astrofisica delle alte energie rende difficile lo studio dettagliato e immediato della sorgente. Occorre attendere qualche anno, quando la sorgente si è indebolita anche nell'ottico, per poter portare avanti indagini spettroscopiche che evidenziano una stella subgigante arancione, V404 Cyg, ormai spogliata di buona parte della propria massa da un compagno oscuro di 12 masse solari che non può che essere un buco nero. I sistemi stellari con una stella ordinaria ed un buco nero di taglia stellare si contano sulle dita delle mani e l'opportunità del 1989 era unica per lo studio di queste sorgenti. V404 dopo il suo calo di luminosità sparisce dal panorama X del cielo.

Nel frattempo gli astronomi effettuano delle ricerche storiche della sorgente e scoprono negli archivi storici altri due episodi, nel 1938 e nel 1956, con incrementi di luminosità, naturalmente in ottico perché l'astronomia X e gamma nascono dopo l'era spaziale.

 

 

Passano 26 lunghi anni e il 15 giugno 2015 il telescopio BAT a bordo di Swift rileva un lampo nel Cigno: è molto brillante ma quando lo guarda XRT, il telescopio X a bordo di SWIFT, il flusso è spaventoso, oltre 10 volte quello della nebulosa del Granchio, una delle sorgenti più brillanti del cielo. Nel frattempo l'organizzazione degli astrofisici è notevolmente migliorata, ora siamo nell'era di internet, le GCN corrono a velocità impressionante e le informazioni del BAT diventano subito disponibili alla comunità astronomica internazionale. Ci si rende subito conto che quel lampo è prodotto da V404 che si è risvegliata, il buco nero del sistema è ritornato a pasteggiare!

 

 

Attualmente le osservazioni più redditizie sono state compiute con INTEGRAL che ha iniziato a monitorare V404 dal 17 giugno che ha messo in evidenza una emissione X che raggiunge livelli pari a 50 volte quella della nebulosa del Granchio e altamente variabile nel tempo. La curva di luce in bada X presenta infatti notevoli picchi di emissioni della durata di pochi minuti (fenomeno tipico di un buco nero).

Osservazioni in ottico sono state compiute con il Gran telescopio Canarias, uno strumento da 10,4 metri di diametro, in particolare gli spettri della sorgente hanno messo in evidenza un grosso flusso di materia che precipita dentro il buco nero con un disco di accrescimento particolarmente caldo. Osservazioni in banda radio invece hanno messo in evidenza anch'esse dei picchi della durata di qualche minuto.

 

 

Nel frattempo le osservazioni e il monitoraggio della sorgente continua in tutte le frequenze, presto questi dati saranno disponibili e ci permetteranno di affinare i nostri modelli sui buchi neri.

 

 

 

 

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